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A lato della Croce una che chiude
  Candida nube nel secreto seno
  114La terribil di Dio gloria e virtude
Stendeasi a lungo fino al ciel sereno,
  E il suo bianco fendea vortice spesso
  117Or coll’iride pinta, or col baleno:
Stavansi al cerchio della nube appresso
  Gli Angeli della pace, a cui ne’ lenti
  120Sguardi il suo raggio avea Pietate impresso;
Ed essi a rammentar quell’opre intenti,
  Per cui s’arrese un dì grazia al delitto,
  123Alternavan fra loro i casti accenti.
Questi dicea: L’empio Manasse afflitto
  Fu ne’ ceppi Caldei, dov’egli giacque
  126Pel giusto ai falli suoi fine prescritto;
E pur, gran Dio, tanto il suo duol ti piacque,
  Che il regno a racquistar tu lo serbasti;
  129E mostrò i ceppi, e sospirando tacque.
Soggiunse un altro: Tu Sanson mirasti
  Sotto il fier Filisteo, che il cor gli franse,
  132Gemer coi lumi insanguinati e guasti;
E il suo pentir l’arco tuo teso infranse
  Sì che rendesti a lui le chiome ultrici;
  135E in rammentarne il pianto ei dolce pianse.
Quegli narrò le lagrime felici
  Di Ninive, e 1’eterna ira che langue,
  138E le pendenti affrena ore infelici
Contro al Re Assiro pe’ flagelli esangue
  Fra la cenere, il lutto, e lo squallore;
  141E i flagelli scoprì, sparsi di sangue.
Un fra l’opre cantò l’opra maggiore
  Di Pietade e d’Amor, che il Paradiso
  144Empiè di bella invidia, e di stupore:

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