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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:51|3|0]]
Pur intender non puoi la forza intensa
Di tanto Amor, che ignoto è a te l’intero
246Valor d’un’Alma, che in sé vuole, e pensa;
Che l’apprezzarla appien serbasi al vero
Conoscitor di lei, che la compose
249Nella fecondità del gran pensiero,
E la sua immagin santa in lei nascose,
E dell’immago per diritto effetto
252Indiviso compagno Amor vi pose.
Or poich’ei fra gli Amanti è il più perfetto,
Conveniente fu ne’ moti sui,
255Che alle leggi d’Amor fosse soggetto;
E perchè Amore era infinito in lui,
Dovean pur infiniti esser i segni,
258Ch’ei ne mostrasse apertamente altrui;
Tal che se chiede Amor, ch’ei non disdegni
Morir per l’Uom già reo, cui vano fora
261Altro mezzo a placar del Ciel gli sdegni ,
D’uop’è che ceda, e l’immortal ancora
Natura sua vesta di corpo, e Morte
264In sembianza di servo affronti, e mora;
E scenda nel sepolcro, e colla forte
Sua virtù la sua spoglia avvivi e sleghi,
267Sè stesso in ravvivar, le altrui ritorte.
Or s’ei tal amator è che non neghi
Per l’Uom ribelle abbandonar la vita,
270Com’esser può, che ne resista ai prieghi?
E dell’Alma contrasti al voto, e aìta
Ricusi a lei, che fra i sospir si duole,
273Mentr’egli stesso a sospirar la invita?
Del Duce mio le angeliche parole
Sciolser dai miei pensier la nebbia grave,
276Che la ragion fra i sensi adombrar suole,