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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:53|3|0]]
Ch’io vidi lei dal lieto mio soggiorno
Chiudersi fra i silenzj e i tristi orrori,
312E odiar la luce dell’ingrato giorno:
Dille, ch’io non obblìo Ira i nuovi onori
Del comun sangue, e del gemello nodo,
315Che nel nascer ci avvinse, i primi amori;
Che questi io serbo, e con mirabil modo
De’ miei pensier su le felici penne,
318Mentr’ella invan mi piange, a lei m’annodo.
Tacque, e a paro del sol chiara divenne,
E su l’altr’Alme il foco suo diffuse,
321E parte in sé dell’altrui foco ottenne;
E mentre in essa, e in lor dolce s’infuse
L’alterno fiammeggiar del lume vago,
324Ella nel centro de’ suoi rai si chiuse,
E del colle, e di lei sparve l’immago.