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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:58|3|0]]
Su pian erboso, e ai placid’ozj amico
Mi posai presso a una voragin cinta
54Da un orlo rozzo di macigno antico,
Entro cui rimirai sculta e distìnta
Pietrosa scala in tortuosi giri,
57Ch’alto salìa col margin primo avvinta.
Benché Natura ad esplorar ne ispiri
Quell’obbietto, che nuovo agli occhi addita,
60Pur tacquer a tal vista i miei desiri;
Chè intenti solo alla fatal salita
Pungean la salma, cui l’usata increbbe
63Forza nella palude aver smarrita,
E sì l’insano lor impeto crebbe,
Ch’io m’alzai; e nel mio sorger m’avvidi,
66Che il suo vigor perduto il piè riebbe,
E mossi .... Quando un uom a fronte io vidi
Cinto i grigi capei d’ostro lucente,
69Che gli atti aggiunse al bieco volto, e i gridi,
E disse: Ah sconsigliato! e qual furente
Ingannatrice voglia il cor ti move
72L’orme a seguir della perduta gente?
Perchè dei danni tuoi l’ultime prove
Nel colle cerchi in falsa immagin lieto,
75Su cui l’alta Pietà grazia non piove?
Odimi: Il Ciel nol soffre, ed io tel vieto,
Più oltre non andrai. Tacque, e col teso
78Braccio al mio petto ei mi rispinse indreto,
Negommi lo stupor, onde fui preso,
Ch’io ravvisassi all’improvviso assalto
81L’uom grave, che il sentier m’avea conteso.
Ma a poco a poco poi dall’imo all’alto
Guatando lui, su gli occhi miei l’impresso
84Volto nella memoria entrò di salto,