< Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
58 visione

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:80|3|0]]

Seguii col piè le inimitabil prove
  Di sì robusto condottier, chè vano
  87Era a lena minor volgerlo altrove.
Giunti là ’ve con violento e strano
  Impeto gorgogliava il maggior carco
  90Dei vortici cadenti al basso piano,
Il toro prìa tentò coll’ugna il varco,
  Poi lento profondessi; e mentre ei scese,
  93Io della corda sì corto féi l’arco,
Che al collo irsuto il braccio mio si stese,
  E col nuoto, che al bue prestò natura,
  96Lieve il mio corpo notator si rese.
Traendomi pei gonfj oltre misura
  Flutti, in parte ei ne ruppe il corso, e in parte
  99Cesse alla forza nell’urtar più dura;
E galleggiando obbliquo infra le sparte
  Nella riviera erbe, virgulti e spume.
  102Tardi afferrò con malagevol’arte
Le ripe, ove il guidò sorte, o costume.
  Ivi lo sciolsi; ed ei per le frondose
  105Sponde natìe si dileguò del fiume.
Pien d’affannato tremito le ondose
  Voragini io guatava ed il periglio,
  108In cui la sconsighata alma si pose,
E con aperte labbra e arcato ciglio
  Da stupido terror pendea confuso
  111Qual via scegliessi nell’ignoto esiglio:
Quando un sentier fra due pari argin chiuso
  Al destro lato io vidi, in cui mi parve
  114Lume da lungi serpeggiar diffuso;
E in esso forma d’Uom dubbia m’apparve,
  Ch’esser credei per 1’adombrata luna
  117Dai tronchi error d’immaginate larve.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.