Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
68 | visione |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:90|3|0]]
Ma tutti alfin, mentre i pensier insani
Rinvigorìan su l’esecrato lido,
417Vana mercede avean gli spirti vani;
Chè solo essa al di fuor spargea 1’infido
Gaudio, né potea mai fra vera speme
420Dei desir immortali entrar nel nido.
Quindi improvvisa 1’onda, che non freme,
Rapìali enfiando, o in più terribil guerra
423Gli assorbìa svelti colle rive insieme.
Metteva il fiume allor per l'ampia terra
Alto un rimbombo ad assordarne i regni;
426Poi taciturno proseguia sotterra.
Poiché gli alterni invidi affanni e sdegni
De’ miseri mirai, gli occhi rivolsi
429A que’, che il Colle fe’ di pace degni.
Ben della strada inospite mi dolsi
Guasta da guglie e monumenti infranti;
432E dai scolpiti in lor nomi raccolsi,
Che de’più alteri Cesari, e di quanti
Raro ebber tra i mortali onor sublime
435Semisepolti ivi giacean i vanti.
Sovra la rotta via, fin alle cime
Stesa del Colle, imprimer dee chi sale
438L’ultime tracce sue, come le prime;
Perchè sol l’aureo serto e trionfale
Cinge colui che sul confin estremo
441Calpesta il fasto della gloria frale.
Quanto diverso da quel popol scemo
Di virtude era questo! E qual con atti
444Tranquilli in sé chiudea vigor supremo!
Parean i Viator soave tratti
Là ’ve serbar non era dato ad essi
447Dalle taglienti schegge i piedi intatti;