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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu{{padleft:93|3|0]]
Tal che in mostrarsi a chi lo diè simile,
Nullo, e indocile ancor fra i più superbi
516Schivo ne fosse, o il riputasse a vile.
Oh invincibile Amor! che per l’Uom serbi
Non mai stanca pietade, a te si debbe,
519Che obbietto or sian d’onor gli scherni acerbi:
Per te carne vestir fral non increbbe
Al Verbo eterno. In così dir piegossi
522L’Angel profondamente; e poich’ gli ebbe
Adorato l’Uom-Dio, dal suolo alzossi,
E ripigliò. Non qual l’Ebrea sel finse
525Vanitade, in real pompa spiegossi
Questi: non mai lo scettro avito strinse
A lui dovuto e alla Virginea Madre;
528Ma ad umiltate squallida s’avvinse;
E mentre mille avea d’Angeli squadre
A un cenno pronte, e co’ prodigj immensi
531Palese in sè fea la virtù del Padre,
Sì spregevole amò stato, cui pensi
Invan giunger altr’uom abbietto, e fèlse
534Segno ai sospir di caritate accensi;
E confitto sul tronco infame scelse
Pender qual reo, finché l’Alma divina,
537Non forza altrui, ma suo voler gli svelse.
D’amor maravigliosa opra sì fina
Come estimolla coi mentiti Saggi
540La sapìenza insiem Greca e Latina?
Questa di finti Dei nomi e lignaggi
A compor usa, ed a crearsi i Numi
543Facili agli odj ed agli alterni oltraggi,
E pari agli empj ne’ peggior costumi,
A folle ascrisse atto di Fé, che in braccio
546Di morte un Dio chiuder volesse i lumi: