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DI F. ALGAROTTI

trasferirono in Isvezia per determinare la figura della terra; e, non gli avendo l'Algarotti appagati d'un tal desiderio, cortesemente se ne dolsero con lui e con madama De Châtelet. Assai per tempo egli applicò l'animo alla poesia: vari saggi nel genere lirico ne furono pubblicati infin dal 1733 dal sig. Giampietro Zanotti; e considerata la grande giovinezza dell'autore, non si può fare di non ammirarli: ma la sua riputazione di buon poeta quasi tutta s'attiene all'Epistole in versi scilti sopra diversi argomenti scientifici e filosofici, ch'egli compose in età più matura. Queste Epistole furono stampate insieme con altri versi sciolte del Frugoni e del Bettinelli, e con quelle famose Lettere Virgiliane che levarono tanto romore in Italia e fuori per l'arditezza, o meglio si dica per la petulanza con cui si tassava l'Alighieri e il Petrarca. L'Algarotti si lagnò con forti e ripetute proteste, che altri avesse osato di farlo in tal modo apparir complice d'una indegnità, ond'egli era totalmente puro; e questo franco procedere gli valse la estimazione di tutti coloro che saldi si mantenevano nella venerazione di que' due primi e altissimi padri dell'itala poesia.

Dalle belle arti egli traea dolcissimo conforto al suo spirito; disegnava con purità di stile, e incideva in rame. Onde, accopinado la teoriea al prico esercizio, è si venne

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