< Pagina:Algarotti - Opere scelte 1.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

16

SAGGIO

Armonìa e perfetta solidità. Ed ecco il forte argomento, l'ariete del fiolosofo, con che egli urta impetuosamente, e quasi d'un colpo tutta la moderna intende di rovesciare e l'antica architettura. Alle quali sostituirà, quando che sia, una architettura sua propria, omogenea ala materia, ingenua, sincera, fondata sulla ragione vera delle cose; per cui salde si manterranno le fabbriche, intere e in un fiore di lunghisssima e quasi che eterna giovanezza.

Oh! qui sì convien dire ch'egli si diparta in tutto dalla dottrina di Vitruvio, e di quanti architetti fur mai. L'architettura, dicono tutti ad una voce, è, a similitudine delle altre arti, imitatrice anch'essa della natura. Gli uomini offesi dalle piogge, da' venti, dal caldo e dal gelo, rivolger dovettero per naturale istinto la mente a cercar come ripararsene; e in ciò posero i primi loro pensieri. Incominciarono adunque, servendosi degli alberi che offriva loro la terra, a farsi dei coperti, sotto a cui difendersi dalle ingiurie del cielo: e quegli alberi, crescendo poi l'arte e l'ingegno, gli andarono, a poco a poco conformando in abitazioni, in capanne, in case, secondo il bisogno, più o meno grandi ed agiate. Gli architetti che vennero ne' tempi appresso, quando la società civile fu più formata ed adulta, avvisarono di fare più stabili e durevoli le opere loro; così però, che la struttura non perdettero mai di vista delle abitazioni primiere, che soddisfaceva in ogni sua parte agli usi e alle comodità dell'uomo: e benchè i loro edifizi gli costruissero di pietra, ne fecero nondimeno tutte le parti

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.