< Pagina:Algarotti - Opere scelte 1.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

SAGGIO

SOPRA LA NECESSITÀ

DI SCRIVERE

NELLA PROPRIA LINGUA



Di non pochi vantaggi, parte fisici parte morali, vogliono i più dei dotti che, per quanto si spetta alle umane lettere e singolarmente alla eloquenza e alla poesia, godessero gli antichi sopra di noi. Donde si rende in buona parte ragione della eccellenza a cui da essi recate furono quelle facoltà. Tra i quali vantaggi forse non è il meno considerabile quello, che dissipati non venivano, come noi, in varj studj di differente natura, e sopra tutto che dietro ad altre lingue oltre alla propria non ispendevano l’opera ed il tempo.

Appresso a’ Greci una cosa era la lingua volgare e la dotta; non sapevano che dir si volesse una morta favella che da fanciulli, quasi prima della materna si dovesse apprendere; e il dispregio in cui tenevano tutte le nazioni che altra lingua usavano dalla greca era effetto, non è dubbio, del loro orgoglio, ma era forse anche una delle principali cagioni del loro sapere. Invitati a legger poco potevano considerar molto; e quel tempo che non erano

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.