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78 Atto Quarto.

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SCENA SECONDA.


Nuncio. Choro. Silvia. Dafne


Nuncio
I
O hò si pieno il petto di pietate,

E si pieno d’horror, che non rimiro,
Nè odo alcuna cosa, ond’io mi volga,
La qual non mi spaventi, e non m’affanni.

Choro
Hor, ch’apporta costui,

Ch’è si turbato in vista, et in favella?

Nuncio
Porto l’aspra novella

De la morte d’Aminta. Silvia Ohime, che dice.

Nuncio
Il più nobil Pastor di queste selve,

Che fù così gentil, così leggiadro,
Così caro à le Ninfe, et à le Muse,
Ed è morto fanciullo, ahi, di che morte?

Choro
Contane, prego, il tutto, acciò che teco

Pianger possiam la sua sciagura, e nostra.

Silvia
Ohime, ch’io non ardisco

Appressarmi ad udire
Quel ch’è pur forza udire, empio mio core,
Mio duro alpestre core,
Di che, di che paventi?
Vattene incontra pure
A quei coltei pungenti,
Che costui porta ne la lingua, e quivi
Mostra la tua fierezza.
Pastore, io vengo à parte
Di quel dolor, che tu prometti altrui;


Che

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