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Nel discorrer la vita e le opere de’ valentuomini, due fini sommamente utili possono raggiugnersi: l’uno di onorarne la memoria, l’altro d’animar que’ che rimangono a seguitarne la virtù ed il sapere. Argomento opportuno a ciò ne porge quell’illustre Andrea Conti testè rapito alle scienze. Ed in vero all’eminente suo merito ben si conviene un tributo d’ammirazione e di lode: e la sposizione di una vita passata tutta ne’ buoni studi, e in far fiorire le matematiche, e massimamente l’astronomia, potrà esser forse all’animo de’ giovani di alcuno stimolo per coltivare gloriosamente sì nobili e sì utili discipline. Abbiamo quindi cagione a sperare che queste notizie di lui e de’ suoi scritti non torneranno discare a’ nostri lettori.

Andrea Conti nacque nel 1777 in Riofreddo, piccola terra della diocesi di Tivoli. Inviato a Roma fino da’ primi suoi anni, fu affidato alle cure di un prete suo zio, il quale veggendo oltremodo vago di dottrina l’animo del giovanetto, non mancò d’avviarlo alle

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