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PROEMIO. | XXV |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu{{padleft:33|3|0]]è un quanto che a molti deve apparire assai elastico, ora sentendosi che lo pseudo-italiano, di cui, nell’illusione di possedere una lingua, noi àfoni ci valiamo, altro non è che un informe accozzamento di variopinte parole, ed ora assicurandosi che l' operazione del fiorentinismo è ormai per quattro quinti bell' e compiuta e nel resto si compirà senza molto disturbo),.si tratta di conseguire l’effetto, che ad altri invidiamo, per una via, non solo disforme, ma addirittura opposta a quella per ori lo conseguirono le genti da noi invidiate. Tra le quali essendosi avuto in tutto e del tutto simultaneo il moderno svolgimento della parola e del pensiero o dell’attività nazionale, le menti non si nutrono, nè si possono nutrire d’altro idioma, che non sia quello della nazione e di tutti i libri. Fra noi, all’incontro, malgrado ogni temperamento di cui si circondi la romorosa innovazione, si riesce a dire a coloro che pensano e studiano, cioè a coloro che pur hanno una eulta favella mentale, con la quale ruminar le idee: smettete lo stromento del vostro pensiero, perchè ha bisogno di essere mutato o almanco modificato per bene. Si viene a dire agli operaj della intelligenza, che sospendano, tanto o quanto, la propria industria, e non già per rifornire il loro apparecchio mentale col rituffarlo in una nuova serie di libri che ancora alimentino il loro pensiero e i loro studj (che sarebbe cosa tollerabile), ma per farsi ad imitare (essi dicono scimieggiare) una conversazione municipale, qual sarà loro offerta da un vocabolario, da una balia, oppur dal maestro elementare, che si manderà (da una terra così fertile d’analfabeti) a incivilir la loro provincia. Ma i più, o molti almeno, fra gli odierni studiosi • dell’Italia non-toscana, cosi come in fondo facevano molti dei loro maestri nelle generazioni precedenti, reputano che il male, per la maggior sua parte, stia in ben altro che non nel quanto o nel quale degli elementi di favella ormai messi in comune; essi credono, a torto o a ragione, che le menti loro stieno appunto lavorando, pro virili parte, a far che si consegua, per quel modo che è l’unico possibile e non è punto diverso da quel che fu tenuto altrove, quanto ancora manca e più importa a determinare o promuovere la saldezza, la unità, e anche la purità, della parola na-