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§ 2. Ladino e Lombardo. A. 5. Val Poschiavo.

283 bardo nel singol. della continuazione di c oculo-’: ceco, e il ladino al plur.: celj oeil. — E ora ci rifacciamo alle singole serie di questa vocale accentata: 60. fòra, mor muore, òli bof, nof nuovo, roda, dróan adoperano;- 51. pm, bon bùna- 52-3. ncef nove, rcesa, vceidcef;- loec foec goec;- 64. pòrta, al dorm; sg. com ecc., noss voss, f. nossa vossa; sg. e pi. corp sòin sonno (cfr. num. 1-17) *;- 55. dUnt; Minta racconta; - 56. soli esempj per Vos nella posiz., al sing., restano esce e fcelja, di cui il primo è di tipo lombardo, l’altro è indifferente ed è nella posizione palatile, che è quanto dire dinanzi ad i (j) 3;67. lung - 58. spus; - punt; front, conòssa. 59. mùr, scur, sigùr, gù’ra, ùn Una, dizùn, luna, fùm, lus, mùtt- ^O.plazu, vùndù! (inf. vénda), vùnù’ (al ven), cres&ù’, cfr. n. 35; crw crudo, nùd, ùga uva (lomb. ùga). 61. Prevale lo schietto u, alla ladina, ma in qualche esemplare si volge all’o: gùla, crus, nus, luf; guan,guf. — 68 alplof. — 68. gùst, di-strùtt, frutV, guzzd, [ùnta *unctare];- ws. 64 (cfr. 61). surd, rujnpa v. n. 75, rglt*, frost pane (’frusto’), fgrn, prs, golp % <or. — 68. or, ecc., cfr. n. 50-6. 68*. -#«*-aw (e piti precisamente, secondo ogni probabilità, -u = Ó da -au, vale a dire u da è secondario, cfr. num. 46), nella forma cattolica del participio (cfr. num. 1-2): mandù, inganù, illumini, stampi, cui si aggiunge flù fiato 5. 75. Va notato che non si perde l’è della penultima negl’infiniti sdruccioli, ma si continua per a: vénda, scriva, s’accorgia, corra, loggia, essa, ecc. 4. 82. i at. in ù (li): mtlntl, vttdtt ecc. (v. n. 60), nei quali veramente si tratterà di assimilazione regressiva da sillaba a sillaba; cfr. nttgtln nec-unus*. 01-2. La conservazione dell’-w atono, già avvertita in alcun esemplare pur di qualche altro dialetto dell’anfizona, qui è fenomeno non punto raro, ma non può dirsi caratteristico (cfr. ’Busto Arsizio’ ecc): dòblu, un altru, multu piti grand, veru ubbligai veramente obbligati, maestru; a’ quali si aggiungeranno, benché non antichi oppur d’altra base che non sia -u -o: motu, curaggiu, vedendu allato a vedend. 98 6. ursél au1 L’esempio al quale alludiamo, e il riflesso di f somnio’ che avremo in nota al num. 56, dissuadono dal far ttfc’n = somnio-. Cfr. dano ecc. nell’ant. mil. 1 Non Togliamo però dimenticare coensd n. 1, sebbene ci manchi la voce coli’ accento sulla prima; e sarebbe un esempio specifico. All’incontro 1*5 d 1 insoèumi sogno Mt., è comune anche al bergamasco.

  • Mt.: slavò dilavato, fio. Del suo ingroppù dubiteremo se piuttosto non

appartenga al n. 35 (u = ù); ma qui ali’ incontro deve rimanere: trù (*truvri) s irò della Parab., trovato. E dalla Parabola si aggiungono: consumòo, on peccò, ecc.

  • E a Brusio: t in già, leggici
  • 87. Mt.: tresciàdro, chi lavora a far le funi dette Brescia’.

6 [98. Cfr. olscèl a Tirano, oleèl com. Mt. e pure ant. milaa.].

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