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§ 2. Ladino e Lombardo. B, i. Valli di Bormio. 291
187. Si regge la sibilante all’uscita della sec. pers. sg.: es, ti te pdrles, cldmes, véndes, lézes, móres 1;- eres eri, Mt. voc. 426; ecc. Ma non piti nel nome, del che si ritocca più innanzi; tranne un avanzo quasi fossile, che riconosco in coeuz (cóz *caué[l]s, cfr. sòr e*sauèr ecc.), capelli, Mt. voc. 53 2. Altro esempio può parerne in dose (dos), tra due, Mt. voc. 70; ma, a tacer d* altro, non credo esatta questa traduzione. 141. noss ecc. n. 54-6, fem. vossa. * 144. Vocab. furv.: fum fune, cfr. § 3, ’Val di Non’ecc. 100-5. 181-2. Manca la palatina nelle formolo c+a e g+a. Quindi: catarr, preghell n. 1-3, oca vacca Ch., fadiga, ecc. ecc.; cfr. 8. f Li vigno’. Per c capra* sovveniva però al Picei: ’céura, ma insieme gli pareva voce engadinese. In Ch. riabbiamo: cavra o riavrà, e chiavra nel Vocab. furv. (cfr. num. 52 in nota). Tuttavolta par probabile che la voce colla palatina sia accattata 3. 109-70. uzel ecc. v. n. 31, pldzer. — 188-9. Cfr. n. 32 (e 52). Per NG’ecc.: strérùger, mólger. 172. féit feit, treit; teit, spèlta, dréit dreit dréita; stréit;- leó latte, leó il letto. 177. Assai notevole è ogola ( # augula) aquila Ch.; cfr. n. 184 e 177 alto-engad. 4. 184. not nota, nota-tant-de-mench nulla di meno; gyuf n. 61, wiofmugo, Pinus Mugho, Mt. 198. Caratteristico è il conservarsi del -t della sec. pi. indie, pres. e imperat., ma solo in voci monosillabe: hett (att) avete, sott siete 5; stett state!, ded-i dalli!, e quindi nell’ausiliare annesso: lagherett lascerete. All’incontro: credè voi credete, ecc. Pur nella sec. 1 Carattere sempre ancora costante pure nel capo-luogo: védes, métes, sas sai, das (Lazzeri); cfr. Ili, 3.
- Si ripete il prezioso esemplare nel Vocab. furv.; e circa il dileguo del l %
si consideri i pos, U tempie (i polsi), del medesimo vocabolario. 3 Ugualmente mi parrebbero accattate altre due voci congeneri: bestia pecora Ch. e Mt., malgrado il besciàm, bestiame, di Albosaggia Mt., cfr. pag. 172 num. 3, beschia eng., pecora, Car. nachtr.;- e limoèuria^ persona macilenta, segaligno, animale vile, cfr. n. 99 basso-eng. Più manifesta che mai ò l’estrania provenienza di dagia Mt., sorta di pino delle alpi; v. sopra, pag. 39, num. 4. Qui ancora da notarsi, per l’identità colle voci grigioni, il plolj del Vocab. furv., cfr. p. 110. 4 La fase *au[g]ula sarebbe all’incontro in aola, piccola aquila, che il Rosa mi adduce dal dial. di Ponte di Legno (Val Camonica Super., appiè del Tonale).
1 Parab. Liv.: giòt a tór andate a prendere (imperai.).