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300 Ascoli, Saggi ladini, I.

rubini (voc. V291): ’Le yoci italiane desinenti in osso, che in Milanese cangiansi in oss 9 escono in oeusc [ós] o ceuss cosi ’nell’Alta come nella Bassa Brianza: p. e., posso pceuss, grosso f groeusc, dosso doeusc. Nell’Alta Brianza fin la voce milanese

  • appós (dietro, post) assume questa pronuncia. I Rovagnatesi

’dicono appceiis. Pari mutazione accade nelle più delle voci desiunenti in ostro: p. e., nostro.nceus* Alle quali serie brianzuole non potremmo, senza mancar di cautela, aggiungere esempj sul taglio del milan. rust. eòe cotto, essendo pressoché certo che vi si abbia, per mera diffusione analogica, Vó di quelle forme in cui sussegue consonante scempia (cós cuocere, ecc.); nè vorremmo senz’altro aggiungerci l’esemplare per dnc = ONC che ci è occorso in un vecchio saggio bormiese, poiché si tratti di un dialetto che ha sue proprie ragioni isteriche; ma ben gioverà notare, in relazione a quanto già più volte ci accadde riflettere sul dittongo che appar proprio del solo plurale mascolino (cfr. ’Poschiavo’, num. 50-6), come Yó non ci occorra nel possessivo bormiese se non al plurale ( f Bormio’, num. 56), e come pur nella Brianza, per quanto mi è riferito da alcuni giovani studiosi, nativi di colà, ben duri sempre il mi póss io posso (per la qual voce son da considerare, come testé si avvertiva per cóà 9 i tipi póda ecc.), ma all’incontro gròs e rìòst ecc. tendano a limitarsi, se pur già non sono limitati, alla sola funzione del plurale. Altri indizj, più o meno spiccati, di particolari convenienze tra la favella lombarda e la ladina ed altre contermini, sempre in ordine alle vocali, qui ci è forza trasandare «; e solo ancora toccheremo dell’0 per f nella forinola -INO -INA, e per Vi nell’iato. Avverte il Cherubini (voc. V 253-4), che in addietro si dicesse e scrivesse nel dialetto di Milano: quajcossorenna (*qualcosolina), fiorentenna, vercellenna, ecc. Da un nativo di Busto Arsizio sentimmo: ven 9 materia; e dai testi di 1 Ma non posso tacere di un esempio di propagginazione regressiva, che riconosco in una voce importante e come caratteristica del particolar nesso oude vanno tra di loro congiunti quei gruppi neo-latini ai quali più specialmente qui miriamo. E la voce per c aqua’; onde avemmo V augna di cui a pag.211, e augue aigue nell’ant. frane, aigua provenz. (che al Diez, IIP 146, par sempre figura strana); ed aigua a Brescia (vocabol. del 1759, Rosa), tigna egua in alcuni luoghi del bergamasco (Tirab. s. f aqua’), èva *ai[g]ua

piemontese. Circa ati- ai?- «i-, v. per ora la p. 237.

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