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304 Ascoli, Saggi ladini, I.

pianta, plang, piazza, pie pieno, plomb, plU, flama, fiat, flood, liane, blascià biasqiare (posch. blassà Mt., cfr. Diez less. s. v.), glas (glaso’) y inglutì. In altre valli bergamasche (Brembana, S. Martino, Tirab.) abbiamo gler, glir, ghiro; plach (Val di Scalve, Rosa 54) # planc, travi rozzamente riquadrate, plecia (in alcune di quelle valli, id. ib.)

  • plecta, coltrice, cfr. friul. plete. Il Bressano, di cui si hanno saggi

bergamaschi a stampa del 1574, ancora scrive cinz chiudere (Tirab.); e ali* odierno bergamasco rimangono cliisùr del fùren, piastra che chiude la bocca del forno, clógia, chiusa che si forma per raccogliervi dell’acqua; oltre clos clossa chioccia, e quindi clossd cJossdda, gldndol (allato a gdndol 4 ) nocciolo, flaèl (V. di Scalve: flèl) «"flagello-, coreggiato, cfr. pag. 284 n. 3 e Mt. voc. xix 2; a tacere delle combinazioni interne, come per es. in pabel pabol *pabl, panico selvatico, peloso, rimpetto al pabbi del milanese (cfr. le serie di Valtellina). Finalmente, dalle valli bresciane (Rosa): ploff, fioca, plans, piove, fiocca, piange, eserapj del dialetto d’Idro;- gler ghiro, Valle Trompia;- in-ecli immiserito (cfr. brianz. gecchìi ecc. C«. voc.V296), Val Camonica Superiore;- e dal basso-bresciano: plaita, contesa di parole, cfr. pag. 81, esemplare di cui partecipa, ed anzi in doppia figura, pure il vocabolario milanese: pldit guajo, pléit piato, litigio. 6. Rimane ehe si tocchi di alcune alterazioni e di qualche dileguo di consonanti, sempre in ordine al particolare scopo del presente discorso. Hanno speciale importanza le modificazioni e il dileguo dell’antico N; ma giova all’economia del nostro studio che se ne tenga conto altrove (II, 1). È poi di molto momento quella digradazione dell’antico CT {jt,jtj, c), che gii fu a noi subjetto di particolare indagine (p. 83) e si incontra, con varia estensione, in favella ladina, nella lombarda, nella pedemontana e nella ligure, per qui non dire di più rimote Provincie. Ma raccogliendo ora le nostre fila (cfr. il num. 172 dei diversi spogli), non sarà inutile notare, come la più antica fase dell’alterazione (jt; p. e.: fajt[o]) mal più s’incontri nella hi fi costantemente intatti, ma ci di regola ridotto a semplice palatina (giàmando = camando = clamando, ecc.); e vi occorre cosi ridotto anche gl. 4 In questa forma si perde per dissimilazione il l della prima sillaba (♦glandola); cfr. § 3 b, iv a, 4. 9 ol flacel, tributa, in un antico glossario latino-bergamasco, pubblicato

dal Grion nel terzo voi. del Propugnatore.

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