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Ascoli, Saggi ladini, I. ladino, coi comaschi miòla e mài Mt., e coi valtellinesi niolàa (dial. di Ponte, Ch. É. S. II 4; risponderebbe veramente a c midollato’) e gnóla, di cui t. a p. 263 4; cfr. com. bèdola bèola biòla Mt., bidollo (cioè: bétula e betulla). Al nid mil. della città risponde il contado e il comasco per nin, che sarà il ( ni[d]ino’ (cfr. nioéul vaiteli., nido di gallina, Mt. app.), con quell’ettlissi di d che anche il parlar cittadino mostra tuttora nel sinonimo niàs; aliato al qual esemplare addurremo vel *ve[d]él a Idro, piccolo vitello (Rosa), e tui ammazzare, in Val di Scalve (Rosa; cfr. p. 36). Anche i valtellinesi teón tèa, pino silvestre Mt., possono qui stare (v. p. 39 e 213 in n.), poiché difficilmente può vedervisi voce accattata. E da questi esempj sporadici passando alle serie continue, ricorderemo imprima la serie brianzola, di cui tocca if Cherubini (voc. V293): cajenna *ca[d]éna, stogerà (stajéra estera a Borsano) *sta[d]éra, ecc., nella quale all’iato si rimedia perj (n. 232), laddove gli si rimedia per v nel tipo ancora brianzolo: ballavó *balla[d]ór, cavalcavia fatto a ballatelo, seccavó *secca[d]ór seccatojo. E raccolti ancora per via i doppj esemplari urbani: stràa strdda, contràa -tràda, spiia (spu-v-a) spuda sputo, spuà (spu-v-à) spudà sputare, no-v-d nodà nuotare, arriviamo poi a quella costante elisione della dentale nel tipo rustico del participio f eminile, la quale ancora si accompagna, nel dialetto bustese e foiose in altri, all’epentesi del v. Onde abbiamo i seguenti esemplari, provenienti dai saggi rustici di Busto Arsizio già prima citati: strarV-a *stra[d]a, paga-v-a *paga[d]a pagata (urbano: pagada), conscia-v-a conciata, travaia-v-a travagliata, ecc. 2. 7. Questo tipo di participio ha acquistato una certa notorietà per merito della graziosa Villereccia, in dialetto rustico milanese, che si deve al Larghi, e fu più volte stampata. Nella quale insieme ricorrono -ént=*-ànt (quento ecc.), come pur già vedemmo nel bustese, e Yo (u) desinenziale, non solo dove Teti1 Abbiamo cioè la* notissima digradazione: tnjó njó né; ma qui ò importante di notare, che nel mil. nidólla, succeduto nell’uso a miólla (Ch. voc. V 253), appare come fuso 1* antico tipo ladineggiante (nióla) col tipo italiano (midóla). Cfr. del resto il piem. miola e il venez. meola.

  • L’epentesi del v anche nei plur. mascol. dello stesso partic: innamora-o-t,

rasama-v-i, inferessa-v-i.

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