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additamenti elementari. liii

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu{{padleft:61|3|0]]della nostra parola. La vocale tonica che è latinamente nella positio debilis, e in ispecie nella posizione per + r (cioè: consonante esplosiva cui sussegue r), si riflette assai facilmente, negli idiomi romanzi, per modo non diverso da quello della tonica fuor di posizione. Ragioni particolari avviene poi di scernere fra le diverse posizioni che surgono a mano a mano nelle nostre basi (p. e.: oclo oculo; palja palea; spat’la spatula), e fra le diverse posizioni spente o non più sentite (p. e. po puȯ = post, uȯgi=*oclji; cfr. p. 453-4 ecc.).

Quasi superfluo, del resto, avvertire, che procedendo nell’indagine con le norme già assodate, queste si miglioran di continuo, e di continuo portano alla scoverta di nuove norme, diversamente attive e nello spazio e nel tempo. E la sete della ragion delle cose si fa tanto più intensa, quanto è maggiore e più mirabile la quantità delle ragioni scoverte. L’anomalia, o l’eccezione, son fantasmi del raziocinio; e veramente si riducono a problemi storici, che la scienza odierna vien rapidamente risolvendo, per poi affrontare nuove serie di più ardui problemi, che scaturiscono dalle sue risoluzioni stesse. Nessun fenomeno, pertanto, si sottrae all’avidità infinita dell’osservatore; e anche i fatti negativi si traducono, per la sua tenacità, in affermazioni continue. Non si è ancora potuto trovare alcun idioma romanzo che distingua, ne’ suoi riflessi, tra l’a breve e l’a lungo delle basi latine; ma se pur si abbia a trovarlo, è ormai provato, che, in questa vocale, la differenza tra lunga e breve era men perspicua, sul labbro del popolo romano, che non nelle altre quattro. Il francese si separa da una lunga serie di parlari alpini e cisalpini, che hanno con lui una attenenza strettissima, per ciò ch’egli mandi sossopra i riflessi dell’ó lungo e del breve, che pur da quegli affinissimi idiomi sempre si mantengono distinti. Questo pure si può considerare come un fatto negativo; ma entra in quella serie di fenomeni, pei quali si afferma, che la quantità della reazione esercitata dagli strati aborigeni sulla sovrapposizione romana, sia stata più gagliarda, più sconvolgente, nella region francese, che non fosse in altre regioni, dove pur non era diversa la qualità dell’elemento ante-romano che reagiva. Il fatto negativo, di cui parliamo, si risolve, del resto, veduto più d’appresso, in un fenomeno di alterazione terziaria. Si tratta veramente,

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