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108 | Scritti vari |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ardigo - Scritti vari.djvu{{padleft:114|3|0]]sitivista, non riesca ad altro che a confutare se stesso, ciò può far ridere la gente dotta;
Che un vescovo provochi con ingiurie volgari, senza spirito, e riboccanti di fiele chi è condotto dallo studio a pensare diversamente da lui, e non pensa del resto menomamente a molestarlo, ciò può far piangere i più cristiani;
Ma che poi un vescovo dimentichi il precetto divino di non fare falsa testimonianza, ciò, se ne assicuri, fa schifo a qualunque abbia ancora nella coscienza qualche cosa di umano.
Prof. Roberto Ardigò
(La Provincia del 3 settembre 1872).
La psicologia positiva e i problemi della filosofia.
Dialogo IV. - Il filosofo e un ignorante.
Ignorante — Altro che non parlar più! Avete sciolto proprio molto bene un’altra volta il scilinguagnolo. Egli è perciò che avendo capito che vi è passata la malinconia del silenzio, sono venuto di nuovo per apprendere un’altra lezione.
Filosofo — Con voi, egli è come un lavar la testa all’asino: vi si consuma il ranno ed il sapone.
Ignorante — Sarà; poichè tra asino ed ignorante vi è poca differenza. Sarebbe però un bel merito per voi se riusciste a fare d’un asino un filosofo positivista.
Filosofo — Impossìbile! Voi non rispondete nulla alle mie difficoltà, e restate sempre ostinato...
Ignorante — Proprio come un asino.
Filosofo — Uditemi: «Giusta l’insegnamento di tutti i filosofi di vaglia... (Provincia n. 79)».
Ignorante — Però che abbiano avuto la patente di filosofi di vaglia da voi: altrimenti...