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vi - stanze 153

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  Però si vede poi Carlo Martello,
Carlo Mano, Pipino e ’l maggior Carlo,
quando reprimer questo e quando quello,
levar le forze e all’ultimo cacciarlo;
e tuttavia arrecar novo flagello
al bel paese e spesso in preda darlo;
né l’infelice, per mutar signore,
fa sua condizion però migliore.
20
  Da l’Alpi scende Lodovico, irato
contra ’l nipote che la regge e frena;
e poi che gli ha l’essercito spezzato,
fra molte uccision preso lo mena;
nel cui fuoco Lotario incoronato,
di tanta gente ha la contrada piena,
che vien di Francia, ch’a pena vi cape;
per tutto uccide, arde, ruina e rape.
21
  Poi prende il padre, benché preso molto
non lo ritenga; pur dá occasione
che ’l saracino stuol d’Africa sciolto
entra in Sicilia, e tutta a sacco pone
Civitavecchia; indi, all’Italia volto,
getta per terra uccise le persone;
assedia Roma, i borghi arde e ruina
per tutta l’Appia e per la via latina.
22
  E di Pietro e di Paolo arde le chiese,
il monte Casinate e San Germano;
indi per Ostia assalta il Calavrese;
passa a Taranto e lo fa eguale al piano.
Lotario il figlio a rinovar l’offese
a tutta Italia manda capitano;
tornano i mori e va il Piceno a sacco
ed arsa è la cittá di San Criacco.

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