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vi - stanze 165

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2
  Questo o rispetto o debito che sia,
ch’io non so a punto ritrovargli il nome,
dal voler proprio spesso l’uom devia,
e al voler d’altri il tira per le chiome;
servo lo fa che libero seria,
ed io non so bene esplicarvi come
ch’in tanti casi, in tanti vari modi
avince l’uom d’inestricabil nodi.
3
  In voi porrò, donne, l’essempio prima
che vi guastate mille bei piaceri,
che, se di questo non faceste stima,
come non fanno molte, avreste intieri.
Se fate bene o male, altri l’esprima;
vi so ben dir che appresso l’indi neri
le donne, che non han tanti rispetti,
vivon più liete in lor communi letti.
4
  Questa che forse seria meglio detta
opinion che debito o virtute,
per minima cagion fa che negletta
ha l’uom sovente la propria salute;
affinitade ed amicizia stretta
ha violate e in poco conto avute;
ed a servigio e soldo de’ tiranni
ha fatto a’ cari amici oltraggi e danni.
5
  Lascio li antiqui essempli di soldati
di Cesar, di Pompeo, d’Antonio e Bruto,
ch’a lor patria, a lor sangue erano ingrati,
dando a lor capi in le mal opre aiuto.
Quanti n’avete, o gloriosi nati
d’Ercole invitto, a questi di veduto
che vi son stati e son di cor amici
e ne li effetti poi come nemici?

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