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18 la cassaria.

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Volpino.     Io dirò, ascolta. Voglio costui vestire da mercatante: tôrrò de’ panni di tuo padre: oltre che ha bella presenza, lo acconcerò in modo, che non sarà chi non creda, vedendolo, che lui non sia mercatante di gran traffico.

Erofilo.     Séguita.

Volpino.     Costui, così vestito, anderà a ritrovare il ruffiano, e si farà portare la cassa dietro c’hai tolto, e lasceràgliela pegno.

Erofilo.     Pegno?

Volpino.     E faràssi dar la femmina.

Erofilo.     A chi vuoi che la lasci pegno?

Volpino.     Al ruffiano.

Erofilo.     Al ruffiano?

Volpino.     Fin tanto che ’l prezzo della Eulalia gli porti.

Erofilo.     Come diavol che la lasci al ruffiano!

Volpino.     Dico la cassa, e che si facci dare la femmina e te la conduca.

Erofilo.     Pur troppo intendo, ma non mi piace.

Volpino.     Voglio ben poi, che subito andiamo...

Erofilo.     Parla d’altro. Ch’io ponga robba di tanto valore in mano d’uno ruffiano fuggitivo?

Volpino.     Lascia a me la cura: odi.

Erofilo.     Non è cosa da udire; è troppo periculosa.

Volpino.     Non è: se ascolti, si potrà facilmente...

Erofilo.     Che facilmente?

Volpino.     Se taci, tel dirò. È bisogno a chiunque vuole...

Erofilo.     Che ciance son queste che cominci?

Volpino.     Tuo danno se udir non vuoi: ben son io pazzo.

Caridoro.     Lascialo dire.

Erofilo.     Dica.

Volpino.     Poss’io morir se più...

Caridoro.     Non ti partir, Volpino; ben t’ascolterà: odilo, lascialo dire.

Erofilo.     E che inferir vuo’ tu, in somma?

Volpino.     Che? che voglio inferire? Tutto ’l dì mi preghi, stimoli e tormenti ch’io trovi modi di far che tu abbi questa tua femmina: n’ho trovati cento, nè te ne piace alcuno; l’uno ti par difficile, periculoso l’altro; questo lungo, quel scoperto: chi ti può intendere? vuoi e non vuoi, desideri e non sai che! O Erofilo, non si può fare, credilo a me, cosa memorabile senza periculo e fatica. Ti pensi, per prieghi e lamentazioni si pieghi il ruffiano, che te la doni?


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