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346 la lena.

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mente patir? Se voi sête più nobile
E più ricco di me, non però d’animo
Vi sono inferior. Prima che Flavio
M’esca di casa, per lui darò esempio
Che non si debbon li miei pari offendere.
Ilario.Pel filïale amor, del qual notizia
Avete voi com’io, vi prego e supplico
Che di me abbiate pietade e di Flavio.
Fazio.E l’amor filïale appunto m’eccita
A vendicar.
Ilario.                    Per l’antiqua amicizia
Nostra!
Fazio.             Sarebbe ancora a voi difficile
Il perdonar, essendo ne’ miei termini.
Fo del mio onor più conto (perdonatemi,
Il vô dir), che della vostra amicizia;
E quanto ho al mondo vô più tosto perdere,
Che quello; e senza quello non vô vivere.
Ilario.Se modo ci sarà di non lo perdere?...
Fazio.Con voi a un tratto mi voglio risolvere.
Quando vostro figliuol la mia Licinia
Sposi, e l’onor perduto le ricuperi,
Saremo amici: altramente...
Ilario.                                               Fermatevi.
Credo che cinquant’anni oggimai passino
Che voi mi conoscete, e che del vivere
Mio abbiate quanto alcun altro notizia;
E se sempre le cose oneste e lecite
Mi sien piaciute, sapete benissimo;
E se stato vi son sempre benivolo,
E sempre pronto a farvi onore ed utile,
Sapete ancor: chè qualche esperïenzia
Ve n’ha chiarito. Or non pensate ch’essere
Possa voglia diverso dal mio solito.
Lasciatemi parlar con Flavio, e intendere
La cosa appunto; e state di buon animo:
Ch’io farò tutto quel che convenevole
Mi sia per emendarvi questa ingiuria.
Fazio.Entriamo in casa.
Ilario.                              Entrate, ch’io vi seguito.



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