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374 | il negromante. |
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Come il cavallo, come il cane e l’asino.
Similmente negli uomini si trovano
Gran differenzie. Alcuni che per transito,
In nave o in ostaría, tra i piè ti vengono,
Che mai più a riveder non hai; tuo debito
È di spogliarli e di rubarli subito.
Sono altri, come tavernieri, artefici,
Che qualche carlin sempre e qualche julio
Hanno in borsa, ma mai non hanno in copia:
Tôr spesso e pochi a un tratto a questi, è un ottimo
Consiglio; perchè se così li scortico
Affatto, poco è il mio guadagno, e perdomi
Quel che quasi ogni giorno può cavarsene.
Altri nelle cittadi son ricchissimi
Di case, possessioni e di gran traffichi:
Questi devemo differire a mordere.
Non che a mangiar, finchè da lor si succiano
Or tre fiorini, or quattro, or dieci, or dodici;
Ma quando vuoi mutar paese, all’ultimo,
O che ti viene occasïone insolita,
Tosali allora fin sul vivo o scortica.
In questa terza schiera è Cintio e Massimo
E Camillo, che con promesse e frottole
In lungo meno e menarò, finchè aridi
Non li trovi del latte: un dì poi, toltomi
L’agio ch’esser mi pajan grassi e morbidi,
Io trarrò lor la pelle e mangeròmmeli.
Ora, perchè Camillo, finchè comodo
Mi sia di scorticarlo, m’abbia a rendere
Il latte, di verdi erbe vo pascendolo
Di speme, promettendogli d’accendere
Sì del suo amor questa Emilia, che, voglino
O non voglino i sua parenti, subito
Che lasci Cintio, non vorrà congiungersi
Ad altr’uomo che a lui; e dato a intendere
Gli ho, che già in questo ho fatto sì buon’opera,
Che del suo amore ella si strugge; e lettere
Ed ambasciate ho da sua parte fintomi...
Nibbio.Non m’avete più detto questa pratica.
Astrologo.E da sua parte ancora certi piccioli
Doni recati gli ho, ch’egli ha gratissimi.
Questa mattina egli mi diè un bellissimo