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atto secondo. — sc. i. | 73 |
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Dulipo. Tu hai più di me studiato.
Erostrato. Nè tu ancora hai perso il tempo; ma il quaderno che tu ti poni innanzi, non tratta di queste cose.
Dulipo. Lascia le ciance, e vieni al fatto.
Erostrato. Io gli dissi che da mio padre avevo avuto lettere, per le quali di giorno in giorno io lo aspettavo in questa terra, e che da mia parte pregasse Damone, che per quindeci giorni ancora volesse differire a concludere questo maritaggio; perchè speravo, anzi tenea certissimo, che Filogono avería fermo e rato ciò che circa a questo io avessi disposto.
Dulipo. Utile è stato almanco questo, che per quindeci giorni ancora prolungare la vita mia: ma che sarà poi? Mio padre non verrà; e quando venisse ancora, non sarebbe forse al proposito nostro. Ah misero me! sia maladetto...
Erostrato. Taci, non ti disperare: credi tu ch’io dorma quando ho a fare cosa che ti sia a beneficio?
Dulipo. Ah! caro fratello mio, tornami vivo; ch’io sono stato, doppo che queste pratiche s’incominciaro, sempre peggio che morto.
Erostrato. Or ascolta.
Dulipo. Di’.
Erostrato. Questa mattina montai a cavallo, e uscî de la porta del Leone, con animo di andare verso il Polesene per fare la faccenda che tu sai; ma un partito che mi si offerse assai migliore, me l’ha fatto lasciare. Passato ch’io ebbi il Po, e cavalcato in là circa due miglia, incontrai un gentiluomo attempato e di buono aspetto, che ne veniva con tre cavalli in sua compagnia. Io lo saluto, egli mi risponde graziosamente; gli domando onde viene e dove va; mi dice venire da Vinegia, per ritornarsene nella sua patria, che gli è sanese. Io subito, con viso ammirativo, gli replico: — Sanese! e come vien tu a Ferrara, dunque? — Egli mi risponde: — E perchè non vi debb’io venire? — Ed io a lui: — Come! non sai tu a che pericolo ti poni se vi vieni, quando per sanese tu vi sia conosciuto? — Ed egli allora, tutto stupefatto e timido si ferma, e mi prega in cortesia, ch’io gli voglia esplicare il tutto appieno.
Dulipo. Io non intendo questa trama.
Erostrato. Crédolo: ascolta pure.
Dulipo. Segui.
Erostrato. Ora io li soggiungo: — Gentiluomo mio caro,
ariosto. — Op. min. — 2. | 7 |
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