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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ariosto - Commedie, Venezia 1551.djvu{{padleft:8|3|0]][versione diplomatica]
PROLOGO
SECONDO DE LA LENA
POI CHE FV AMPLIA,
TA DI DVE SCE-
NE NEL FINE.
Vn’altra uolta di ſe, ne conſidera
Che ſe l’altr’anno piacque, contentarſene
Dourebbe, & non ſi porre hora apericolo
Di non piacerui, che ’l parer de gli huomini
Molte uolte ſi muta, & il medeſimo,
Che la mattina fu, non è da ueſpero.
E s’anco ella non piacque, che piu giouane
Era alhora, e piu freſca: men dourebbeui
Hora piacer, ma la ſciocca s’immagina
D’eſſer piu bella, hor che s’ha fatto mettere
La coda dietro, & parle che uenendoui
Con quella inanzi, habbi d’hauer piu gratia
Che non hebbe l’altr’anno, che laſciouiſi
Veder ſenz’eſſa in ueſte tonda, e in habito
Da queſto c’hoggi s’uſa, aſſai dißimile
[versione F.L. Polidori]
PROLOGO
SECONDO DELLA LENA
POI CHE FU AMPLIATA
DI DUE SCENE
NEL FINE.
Un’altra volta di sè; nè considera
Che se l’altr’anno piacque, contentarsene
Dovrebbe, e non si pôrre ora a pericolo
Di non piacervi: chè ’l parer degli uomini
Molte volte si muta, ed il medesimo
Che la mattina fu, non è da vespero.
E s’anco ella non piacque, che più giovane
Era allora e più fresca, men dovrebbevi
Ora piacer. Ma la sciocca s’immagina
D’esser più bella, or che s’ha fatto mettere
La coda dietro; e pârle che venendovi
Con quella innanzi, abbi d’aver più grazia
Che non ebbe l’altr’anno, che lasciòvvisi
Veder senz’essa, in veste tonda e in abito
Da questo ch’oggi s’usa assai dissimile.
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