Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
78 | Ascensioni umane |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ascensioni umane Fogazzaro.djvu{{padleft:100|3|0]]perde per sempre nelle tenebre. Il giovinetto non s’accorge di nulla, studia, lavora, diventa uomo, diventa celebre, invecchia, esamina cinquant’anni dopo la propria vita e si trova una piccola, impercettibile traccia di quel tocco, una piccola macchia di evoluzionisno e di Lamark proprio in quel posto tel suo pensiero dove ha messo la prima radice nel luglio del 1837 una sua teoria sulla Origine delle Specie, che solamente nel 1859 è giunta, occultamente crescendo, alla luce. Ecco la via dell’idea da Lamark a Carlo Darwin.
Gli agenti microscopici hanno aiutato molto l’opera di Darwin e uno di essi mancò poco non la mandasse a monte, poichè egli stesso, vecchio e glorioso, ricordava rabbrividendo che la espressione del suo naso era molto spiaciuta, sulle prime, al capitano Fitz Roy del Beagle cui repugnava di prendere a bordo un naso così poco energico: e al viaggio compiuto sul Beagle, Darwin attribuiva in gran parte le sue conquiste scientifiche e la sua gloria. Sette anni più tardi, nell’ottobre del 1838, lavorando da quindici mesi agli studi sulla trasformazione delle specie, egli urta in un mistero che gli pare impenetrabile. Ha trovato che l’uomo, operando sugli animali domestici e sulle piante, scegliendo per la riproduzione gl’individui meglio conformati secondo il suo desiderio, modifica poco