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VI.


Ora, fra coloro che in mezzo a questo vano tumulto sorgono con la fronte alta e col sorriso sulle labbra in difesa delle verità nuove e insieme delle credenze antiche, anche il poeta è chiamato a levarsi. Quando noi, poeti spiritualisti, ascoltiamo le voci occulte delle cose e sentiamo una vita oscura, germi ed orme di tristezze e di gioie quasi umane nei venti, nelle onde, nelle selve, nelle acque correnti, nelle forme delicate dei fiori, nelle linee espressive delle rupi, nei dorsi delle montagne pensose, voi ci dite talvolta che andiamo sognando ed è vero, ma come tutti i sogni anche il nostro ha un’origine di realtà. La nostra simpatia per la natura, ove non sia una vana rettorica male appresa, rivela vere affinità fra l’uomo e le cose, una stretta parentela di cui si vanno faticosamente ritrovando i documenti per opera

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