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208 | Ascensioni umane |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ascensioni umane Fogazzaro.djvu{{padleft:230|3|0]]dattarsi della natura umana a ogni nuova comodità della vita, onde il piacere delle soddisfazioni accresciute e delle pene alleviate pare spegnersi prontamente nell’abitudine,
E ora che i contendenti sono a posto, pigliamo in mano l’ardente e sfavillante parola «felicità» che figura il pomo della discordia, A me pare che arda e sfavilli troppo, che somigli troppo, per un frutto terreno, alle stelle del cielo. Se non è una stella è il fantasma di bellezza dolcissima che in una tela francese sufficentemente nota sorride perfido e fatale a moltitudini frenetiche di desiderio. No, il pomo della discordia non può essere una felicità perfetta e assoluta perchè tale non la può dare che il possesso del Bene perfetto e assoluto, e un tal Bene, un Bene senza confini di tempo nè di spazio la Terra non lo può contenere. Neppur è da parlare di quella felicità parziale e fugace che brilla per un’ora sulla via delle passioni e degli affetti umani, nè di quella serena che accompagna certe anime umili sino al sepolcro, nè di quella intensa che illumina le vie del cuore umano verso l’Infinito. Mettiamo da banda l’ardente, sfavillante parola del cielo, pigliamone una tepida e opaca della terra, proponiamoci di ricercare se al moto della evoluzione umana risponda un benessere crescente e conscio di sè,