Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
414 | parte prima |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu{{padleft:417|3|0]]ridere, fin a tanto che madama venne fuori. Io il tutto, come fui in Mantova, scrissi e in forma d’una novella ridussi. E perché voi assai sovente avete di belle cose di lui dette e la sua vita sapete quanto alcun che ci sia, ho voluto questa novella darvi, imitando i poveri contadini, i quali, quando vengano a la cittá, per non apparir dinanzi al padrone a man vòte e non avendo altro che recare, porteranno duo capi d’aglio ed una cipolla, che talora saperanno meglio al padrone che non fanno i capponi. Se poi vi sovverrá che alcuna cosa degna d’esser scritta di lui ci fosse, da quei signori non raccontata, come anche infinite ce ne saranno, voi un di me le direte ed io le scriverò a ciò che la lorda vita di questo arcifanfalo meglio sia conosciuta, il quale giá fu la favola de la corte romana. State sano.
NOVELLA XXX
Diversi detti salsi de la viziosa e lorda vita d’un archidiacono mantovano.
Signori miei, poi che qui ridotti siamo e ci manca la compagnia de le donne, che suole tuttavia tener allegra la brigata, noi
possiamo piú liberamente parlare che quando siamo a la presenza
loro, servando perciò sempre il decoro del tempo e del luogo.
Non è qui persona che per udita non abbia inteso la poco onesta
vita del nostro archidiacono, il quale, per quello che tutta Mantova dice, sempre fin da fanciullo s’è sommamente dilettato di
dar le pèsche e di torle. Nondimeno, come tutti sapete, egli è
si pazzerone e tanto sfacciato che di cosa che di lui si dica
punto non si cura, anzi come un bufatone se ne ride. Egli venne
lunedi passato a San Sebastiano raso di fresco che pareva un
mellone, e con la veste sua di ciambellotto e col rocchetto indosso entrò in camera del signor marchese. Come il signore cosi
polito il vide, ancora che egli nel letto fosse dai suoi soliti dolori
aggravato, non si puoté perciò contenere che scherzando non gli
domandasse quanto era che egli non aveva fatto piantar ravanelli nel suo orto. Il pecorone si mise a ridere stendendo quei
suoi occhioni di bue, che proprio pare, come è chiamato, un