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IL BANDELLO

a la molto illustre signora

la signora

genevra bentivoglia

e marchesa di Finario


Chi volesse, valorosa signora mia, de la varietá degli effetti de l'amore render le ragioni e dimostrare onde avviene che questo, amando, sta lieto e quell’altro sempre è di mala voglia, questo mai non teme e quell'altro è di continovo pieno di paura, uno crede il tutto e l’altro a pena crede ciò che con gli occhi propri vede; sarebbe certo cosa da far sette Iliadi e materia piú tosto da filosofi investiganti la cagione de le cose che da me, che ora solamente attendo a scriver i vari accidenti che in diversi luoghi accadeno, cosí ne la materia de l’amore come in qual altra cosa che si sia. Ed a scriver queste novelle vostra madre fu quella che con molti argomenti m’essortò. Ora questi di ragionandosi a la presenza de la vertuosa signora Margarita Pia e Sanseverina di colui che nel borgo di porta Lodovica aveva la notte ammazzato la sua innamorata, Girolamo Bandelle mio cugino, uomo ne le lettere greche e latine dottissimo e medico eccellente, che alora era in Milano, narrò un mirabile accidente che tutti empi d’ammirazione grandissima. E certamente egli fu un caso molto mirabile. Onde avendomi, oltre che io era presente quando mio cugino lo narrò, due e tre altre volte il tutto puntalmente detto per farlo narrar ad altri, m’è paruto degno d’esser al numero de l’altre mie novelle accumulato. E perché questa novella è di quelle di cui molte fiate insieme abbiamo ragionato, parendone pur troppo strano ciò che l’amico nostro fa, l'ho voluta intitolare al vostro nome, a ciò che, essendo

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