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PARTE TERZA mostrar tanta ingordigia del danaro, e mai più non gli volle dare un quattrino. Di che il Barbaccia piangendo, non faceva se non dire che meritava cento staffilate ad aver rimandato indietro i ducati. Messer Antonio, come ho detto, narrò subito un'altra novella; la quale, avendola io scritta, mi pare convenevole che si debbia dar a voi, essendo frutto nasciuto per opera di vostro zio. Ve la dono anco a ciò che vi sia pegno de la nostra amicizia. State sano. NOVELLA Vili Don Bartolomeo da Bianoro rimanda indietro un ducato doppio avuto d’elemosina e non lo riavendo si fa dar de le staffilate. Se il Barbaccia, signori miei, si lamentava del nostro cittadino come ora qui ha narrato l’eccellente Firenzuola, a me pare ch'egli n'avesse qualche ragione, perciò che essendo egli dottore famosissimo e di cui i consegli erano molto stimati, credere verisimilmente si deve che si fosse assai affaticato a rivolger tanti libri quanti le loro verbose leggi n'hanno, e che si fosse sforzato di trovar ragioni al proposito, si per onor suo come per profitto del suo clientulo. Né io osarei dire che il nostro Ghisiglieri sia da lodare avendosi i danari ritenuti. E secondo che questo non sono oso di dire, affermerò bene e santamente giurerò che una nostra gentildonna, chiamata madonna Giovanna dei Bianchi, merita lodi grandissime, avendo ad un prete avarissimo fatto una piacevol beffa, che fu di questa maniera. Non è ancora molto che essendo il tempo de la quadragesima, nel quale tutti i buoni e veri cristiani si deveriano al sacerdote confessare, che la detta madonna Giovanna andò a confessarsi ne la chiesa di San Petronio ad un prete chiamato don Bartolomeo da Bianoro, che aveva nome d’esser assai dotto ed uomo di buona vita, ma era più vago d’un soldo che non è il gatto del topo. Fece diligentemente la sua confessione la nostra gentildonna; e ricevuta la penitenza e l'assoluzione, diede al prete un doppio ducato d'oro, di quelli che al buon tempo faceva stampare il signor Giovanni Bentivoglio. Il prete allegramente prese