< Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, IV.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

IL BANDELLO

a l'illustre signore

pietro fregoso

signor di Novi


Non manca mai argomento, a chi vuole, di scrivere a chi piú gli aggrada, come nuovamente a me è avvenuto di scriver a voi non solamente questa lettera, ma anco di mandarvi una faceta novella. Andai questi di da Milano a Mantova e, nel passar per Bozzolo, il signor Federico Gonzaga, signor d’esso luogo, mi v’ha tenuto otto di, che mai non m’ha voluto lasciar partire. Quivi tutti quegli onesti piaceri che a un par mio si ponno dare, egli per sua cortesia a me ha dati e intertenutomi tanto allegramente quanto dir si possa. Come il mio signor Pirro suo fratello seppe ch’io quivi era, ci venne anco egli; e partendomi per andar a Mantova, volle il signor Pirro che seco andassi al suo piacevole Gazuolo, ove mi tenne in grandissimi piaceri alcuni giorni. Era in Gazuolo il signor Sebastiano da Este, che nuovamente era ritornato da Napoli, il quale un di, essendo noi di brigata in ròcca, narrò una piacevole novella avvenuta in Calabria ne la cittá di Reggio. Quella, avendola scritta, vi mando e dono per segno de la mia servitú. State sano. NOVELLA XVI Bigolino calabrese fa una bella al vescovo di Reggio suo padrone per mezzo di certe cedule false. Quando io credeva di partirmi da Napoli e tornar qua, fui astretto andarmene a Reggio in Calabria, cittá molto antica e dal cui lito vogliono che la Sicilia per un terremuoto si smembrasse e di terra ferma si facesse isola, come ora è. Cosi hanno

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.