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NOVELLA XXI11

279 vide una bellissima gentildonna veneziana, il marito de la quale era in ufficio in Grecia. Egli era presso di lei a tavola a sedere e mentre che la cena durò, servendola come è di costume, ragionò sempre seco; e trovatala avvenente e assai piacevole nel ragionare, di lei s’innamorò e cominciò a quella discoprire il suo amore. La donna, che pivi veduto non l’aveva, ancor che bene in ordine e giovine molto appariscente lo vedesse e sommamente il ragionar seco le dilettasse, gli dava certe risposte mozze e poco al proposito di lui. Ora, finita che fu la cena, furono alcuni di quei magnifici che lo conoscevano, che lo pregarono che volesse per ricreazione de la brigata cantar qualche cosa a l’improviso. Egli, fattosi recar la lira, essendo del nuovo amor acceso, cominciò cantare tutto ciò che con la donna a tavola gli era occorso, di tal maniera che nessuno se non la donna l’intese, ma tutti meravigliosamente se ne dilettarono. Ella, che a le parole di Galeazzo che a tavola le disse non s’era punto mossa, al canto di quello si caldamente di lui s’accese che, dopo che egli ebbe finito di cantare e che ciascuno di quella materia parlava che più gli era a grado, a lui s’accostò e, seco entrata in ragionamento, pregandola l'amante che per servidore degnasse accettarlo, si rese a le preghiere di quello pieghevole e sé essere tutta sua gli disse. E perché di rado avviene che ove le volontà sono uniformi non segua di leggero l'opera a la voglia conforme, in breve la donna gli diede il modo di ritrovarsi seco. Onde godevano i loro amori molto pacificamente e con grandissimo piacere d’ambedue le parti. Avvenne dopo alcuni di che a Galeazzo fu bisogno trasferirsi a Padova; il che infinitamente gli spiacque come a quello che molto più la sua donna amava che gli occhi propri. La donna altresì di questa partita ne viveva in continova noia, né si poteva in modo alcuno rallegrare. Le lettere, messi ed ambasciate ogni di da Padova a Vinegia e da Vinegia a Padova volavano. Da l’altro canto si sforzava ogni settimana Galeazzo andar a Vinegia e starsi una notte con la sua donna; del che ella ne riceveva meravigliosa contentezza. Ora, essendo un giorno i dui amanti insieme e di questa loro disaventura, che stessero

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