< Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, IV.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

PARTE TERZA

bella cosa? Io vi prego che non siate cosi scarso de le vostre belle rime, che se bene io non so comporre di questi vostri sonetti, io perciò mirabilmente me ne diletto e starei da la mattina a la sera, dopo che avessi desinato, senza mangiare per ascoltarne; e massimamente voi, che, — vi giuro, non mi fate dire, — questi di io vi sentii dire un sonetto, che mi passò il core. E se io fossi stato la vostra amica, io vi prometto che tutta la signoria di Bologna non m’averia tenuto che non vi fossi venuto a trovare a casa da mezzodì, non che la notte. Ma io credo che voi vi debbiate dar un matto tempo con questa vostra innamorata, e buon prò vi faccia! Anco io farei il medesimo. — Messer Giovanni, sentendo il ragionamento di costui, con uno fiero sospiro gli rispose : — Monsignor Simone — ché tal era il nome de l’altro, — voi séte di gran lunga ingannato, perciò che io amo la più crude! donna di tutto il mondo, da la quale mai non ho potuto aver né buon viso né una minima risposta, di maniera che io mi trovo il più disperato uomo che sia sovra la terra, e porto invidia mille volte l’ora a’morti. — Questo non può essere — disse messer Simone;—ma voi fate del secreto, e fate bene a non vi fidare cosi di ciascuno, ché oggidì l’uomo non sa di chi potersi fidare, sì sono malvagi gli uomini e di poca credenza. Ben v’affermo che di me non devete aver téma che io vi levi i vostr’amori, perciò che io sono di modo alloggiato che non cangiarci la mia innamorata con l’imperadrice. Poi io sarei in questo vostro caso, quando pur così fosse, per farvi qualche rilevato servigio. — Messer Giovanni alora cominciò a giurare e a sagramentare che in effetto egli era disperato di questo suo amore e che mai non aveva potuto, non che effetti, ma pur cavarne una minima paroletta, e che daria l’anima al trenta para di diavoli per potersi una sola notte giacersi con lei. Messer Simone, udendo queste parole, si mise a ridere e disse: — Nel vero, poi che voi me lo giurate cosi affermativamente, ed io ve lo vo’ credere ed hovvi la maggior compassione del mondo, perché io altre volte fui a questi termini che voi séte e so che dolore estremo è amare e non esser amato. Ma se voi mi volete tener credenza e giurarmi su la pietra sacrata de l’altare

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.