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NOVELLA XLVIII
suo peccato confessò, e piangendo narrò come aveva introdutta la meretrice, la quale in un demonio infernale s’era convertita. 11 presidente, fattosi dar la stola e fatto pigliar la croce e l’acqiia santa, con i frati processionalmente andò a la cella ove la donna dormiva, ed entrando dentro con molti torchi allumati e dicendo salmi e loro orazioni, furono cagione che ella, a quel romore destandosi, alzò il capo. Come i frati videro quel mostro scapigliato, ché le era caduta la cuffia dal capo, tennero per fermo che fosse uno spirito diabolico. Il presidente fu il primo a fuggire, dietro al quale chi portava la croce quella in terra gittò, e il medesimo fece un altro de l'acqua santa. Ella, meravigliatasi di tal avvenimento, saltò fuor di letto. Come coloro la videro saltar su e che aveva la camiscia indosso tutta macchiata di nero, beato chi più correr poteva! Di modo che per la calca tra loro alcuni cascarono in terra, e quelli che avevano i torchi, per esser più spediti a sgombrar il camino, lasciarono andar per terra i torchi. Ella non si sapendo imaginar che cosa fosse questa, uscita de la cella cosi in camiscia come si trovava, cominciò a correr loro dietro e, come colei che quasi con tutti aveva giocato a le braccia e per l’ordinario l’era toccato andar di sotto, gli chiamava a nome per nome. S’abbatté in uno di quei torchi che in terra ardeva e, stesa la mano per pigliarlo, tutta si smarrì veggendosi in quel modo contrafatta, e s’accorse che invece di prender acqua da farsi bella, tutta s’era tinta d’inchiostro. Ella pur tanto gridò che, a la voce conosciuta, dicendo che era fatta nera da l’inchiostro, fu cagione che alquanti frati se le accostarono e riconobbero l’errore. E per la stagione che era caldissima, alcuni fratacchioni con acqua fresca e sapone tanto la lavarono e fregarono che ella tornò bianca come prima. E più volte poi di questa beffa tra loro risero assai. Io lascio mò giudicar a voi se questo avvenimento fu a fortuna o a caso e se, dopo che lavata fu e tornata come prima netta e bianca, fu ventura la sua che più d’una decina di quei frati seco amorosamente si giacque. « .