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NOVELLA XXXIV
339 l’infermo e servidori, quando sopragiunse uno del paese, che era stato lungo tempo a Roma e intendeva assai bene la lingua nostra. A costui narrò il servidore de l'infermo il caso de l’ostia; i! che egli dichiarò a tutti i circonstanti. Del che il tutto si risolse in riso, ed il prete, ridendo anco egli, se ne tornò a la chiesa e mandò un’ostia grande a l’infermo per pigliar le pillole. Il quale, in breve guarito, se ne ritornò in Italia, e spesso fa, narrando il caso come fu, rider chi l’ascolta, confessando che in effetto ebbe una grandissima paura di non esser su la strada come un cane gittato. i ■ .
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