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PARTE TERZA Io prima sono disposta di morire che macchiar i’onor mio. — Partissi alora Teodoro e, andato al palazzo, prese un notaio ed autenticamente fece libera donazione di quanto aveva a Cassandra, e poi andatosene a casa, con quel pugnale col quale prima s’era ferito, non gli essendo chi l’impedisse, s’ammazzò. Divolgatasi poi la cosa per via de la fante, Demetrio, conosciuta l’onestà di Cassandra, volle che ella rinonziasse a la donazione e la donasse ad un picciolo fanciullo, figliuolo d’un fratello di Teodoro; il che ella fece molto volontieri. Di questo fu Demetrio molto da tutti lodato e Cassandra restò appo ciascuno in grandissima fama di bella giovane e d’onesta.

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