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NOVELLA XLI

377 ronzone! — Era ne la loggia assai gentiluomini, dei quali uno disse: — Certo questo fanciullo è pazzo. — E rivoltato verso lui gli disse: — Tu farnetichi. Questo cavallo appena si muove, e tu di’ che non lo puoi tenere: che pazzia è la tua? — Tutto ad un tempo rispose il garzoncello: — Cotesto è il male, vi dico io, che non lo posso tenere, perciò che non ho da pascerlo. — Fu da tutti lodata la pronta risposta del fanciullo. E perciò convien dire che i bei motti sono come le medicine, le quali date a tempo a l’infermo sogliono mirabilmente giovare; che, date fuori di tempo, non solamente non giovano, ma più tosto sono di nocumento.

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