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PARTE TERZA in casa del marito che ne l’altra aveva, ed ogni volta che la comodità ci era, levava de le fatiche al buon vecchio, aiutandolo molto spesso a coltivare ed innacquare il giardino, a ciò non venisse, come fanno i campi senz’acqua, arido e secco. Non era ancora un anno che avea preso marito, quando il signor Candido Giocondi si parti da Roma e venne, per certe mischie fatte, ove Pandora abitava; e veggendo la giovane bella e vaga e molto lieta e festevole, che sommamente d’esser vagheggiata godeva, finse seco l’innamorato, mostrandosi tutto per lei struggere. Ella, che volentieri cangiava soma, in pochi giorni quello a lato si mise, il quale, quanto dimorò ove Pandora stava, con lei assai spesso s’andava a giacere. Mentre che il signor Candido la donna godeva, un giovine de la terra, né molto nobile né ricco, ma grande ed appariscente, che poco avanti era di Levante tornato, di lei si fieramente s’invaghì che giorno e notte sol di lei pensava, né mai aveva bene se non quando la mirava. Chiamavasi costui Franciotto Placido. Ella, che de l’amore di lui si accorse, quantunque dal signor Candido e dal paggio e talora dal marito fosse consolata, nondimeno volle di quest’altro le forze sperimentare, in modo che il suo molino mai non istava indarno. E per aver pur comodità di pigliar i suoi piaceri, mostrava aver gran rispetto al marito, con dire che essendo attempato non bisognava che troppo s'affaticasse, e facevaio dormire per l’ordinario in una camera lontana, da quella ove ella dormiva, gran pezzo, perciò che il palazzo era grande e pieno di molte stanze. Ora occorse a Placido di partirsi da la patria, essendo di certo omicidio incolpato, ed il signor Candido, da Lione decimo pontefice massimo avendo la grazia avuta, a Roma se ne ritornò; del che Pandora meravigliosamente s'attristò, parendole che il paggio non fosse bastante a sodisfarle. Ma ella non ¡stette troppo in questa necessità, perciò che il gentil cavaliero, il signor Cesare Partenopeo, venne ad abitar ove Pandora albergava, e non sapendo nessuna de le pratiche che ella avesse avute, vedendola giovane, bella, ricca e piacevole, di lei ardentissimamente s’innamorò e cominciò molto spesso a farle la corte. Né guari s’affaticò, che ella medesimamente mostrò esser di lui accesa.

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