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NOVELLA LUI

453 servigio a tulti. Direte mò voi che io deverei prestar i miei danari senza premio alcuno. Padre mio, cotesto modo di prestar non si costuma e non sarebbe il fatto mio. Io voglio il pegno in mano e voglio che i miei danari tornino a casa con guadagno. Basta a me ch’io non sforzo nessuno nè astringo a venire a tórre danari in prestito da me. E perché l’avere danari è una cosa che senza fine allegra il core, e quanto più se n’ ha tanto più cresce l’allegrezza, io mi mossi, quando vi parlai, a pregarvi che voi predicaste contra gli usurai, a ciò ch’io solo tutto il guadagno avessi. — Si sforzò il santo frate con verissime e sante ragioni di voler levare questa fantasia di capo a Toma- sone, ed assai gli predicò, mostrandogli negli Evangeli che Cristo nostro Salvatore di bocca sua comanda che si debbia prestar danari al prossimo senza speranza di cavarne uno spil- letto. Egli puoté allegare la ragione civile e la canonica e il Testamento vecchio col nuovo, ma niente profittò, perciò che Tomasone perseverava ostinato nel suo proposito. Strinsesi il santo frate ne le spalle di compassione, udendo cosi fatte risposte di Tomasone, e da sé licenziatolo, pregò nostro signor Iddio che gli occhi de la mente gli illuminasse. E poi che di Tomasone tanto ve n’ho detto, vi dirò ancora un fioretto che, poco innanzi a questo ragionamento che fece col santo frate, avvenne. Andava, come avete già inteso, Tomasone ogni di a la predicazione, ed avendo fra Bernardino gagliardamente predicato contra gli usurai, un povero calzolaio, che era ito per pigliar danari in prestito da lui, finito che fosse il sermone, sentendo cosi acerbamente gridar il frate contra l’usura, si smarrì. E tornando Tomasone a casa, non ardiva ricercarlo, ma dietro passo passo lo seguitava. Veggendolo, Tomasone gli disse: — Compagno, vuoi nulla da me? — Io vorrei bene qualche cosa — rispose il calzolaio, — ma non ardisco a chiedervi, avendo sentito il frate si fieramente garrire contra gli usurai ; e dubito che voi non siate convertito e più non vogliate prestare. — Disse alora Tomasone: — Dimmi, che mestiero è il tuo? — Io sono calzolaio — rispose egli. — Sta bene — disse Tomasone. — Tu sei stato al sermone e vai a bottega: che mestiero sarà

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