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PARTE SECONDA Con questo andò e picchiò a la porta. Venne la figliuola de la messaggera ed aprendo l'uscio disse: — Chi è là? chi bussa? — lo sono — rispose Lione — un cugino di madonna Bianca, che vengo da Castello San Pietro ove m’è stata data questa lettera da uri fratello de la donna che sta qui dentro. — Entrate — soggiunse alora la donna — e andate su, ché già è buona pezza che madonna Bianca vi aspetta. — E detto questo, fermò la porta. S’accorse a questo Lione che il parmegiano non ci era entrato e, salite le scale, ritrovò madonna Bianca tutta sola in una camera e cortesemente la salutò; ed entrò seco in ragionamento e le disse de l’error de la messaggera, che a lui in luogo del finto cugino aveva parlato. La donna si scusò, gettando la colpa sovra la messaggera che non aveva saputo dire, perché in effetto ella a lui l’aveva indrizzata. O si o no che fosse vero, mostrò Lione di crederlo e le disse: — Poi che cosi è, se voi m’averete per quel servidore che vi sono, mi comandarle senza rispetto veruno tutto quello che conoscerete esser in mio potere di farvi servizio, perché mi trovarete sempre a’ vostri comandi ubidientissimo. — Dicendo queste parole ed altre cose assai a simil proposito, cominciò a basciar la donna amorosamente, la quale, facendo alquanto de la ritrosa, diceva che egli avesse rispetto a la donna che aveva menata seco e a quella di casa. Ma egli, oltra i baci, adoperando le mani per venir al godimento de l’amore de la donna, le diceva che sapeva molto bene che si poteva fidar di loro e che non voleva perder la tanto desiderata e attesa occasione; e riversatala sovra un let- tuccio, due volte seco giostrò. Fatto questo, la donna gli narrò la pessima vita che col marito aveva e come la roba con le puttane dissipava, e che più volte l'aveva date tante busse che con assai meno un somaro sarebbe ito da Bologna a Roma. E fieramente in braccio a Lione piangendo, il pregò che la volesse aiutare e levarle dinanzi dagli occhi il tristo del marito. Lione, confortata la donna con buone parole, largamente le promise che pigliarebbe l’opportunità e che l’ammazzerebbe. E con questo entrarono a far la terza volta la danza trivigiana. Dopo Lione pregò la donna che, avendo questa comodità de la casa di