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NOVELLA Vili (IX)

a ruba tutta la ricchezza, che già gli eruli, li goti e ultimamente li longobardi de le spoglie e saccheggiamenti de l’Italia per più di cento cinquanta anni colà dentro aveano, come in luoco sicurissimo, accumulate. Cacciò poi fora tutto il popolo e la città arse e di modo roinò e distrusse, ehe non si sa chiaramente ove tanta città fosse edificata, scrivendo gli scrittori molto variamente. A cosi miserando fine condusse si nobile e famosa città l’appetito disonestissimo di Romilda; né ella passò senza gastigo, come udito avete. IL BANDELLO al magnifico ed eccellente dottore di leggi pontificie e cesaree tnesser I.ODOVICO DANTE ALIGHIERI salute Era il clarissimo signore Giovanni Delfino, podestà di questa inclita città, avendo in compagnia lo splendidissimo e valoroso signor Cesare Fregoso, ge

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