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cristiani? Ruppe l’imperadore e prese prigione il Borgognone e quello in Adrianopoli condusse, ove con gran peso d’oro comperò Filippo la sua libertà. Nè doppo molto mandò tuo padre un essercito di centomila cavalli a guastar l’Ungaria, ove diede a quella provincia danno grandissimo sotto la cura di Mesibecco. Prese poi per moglie la figliuola di Zorzo dispota con dote grandissima, che fu tua madre, e con arme si vendicò tutto lo stato del suocero. Non mi accade ora rammemorar l’altre spedizioni belliche di tuo padre contra gli ungari, essendovi tu in persona stato, ove vedesti la diligenza, la vigilanza e la costanza di tuo padre, il quale se si fosse dato a l’ozio, tu non saresti ora sì gran signore come sei. Ma dimmi un poco: pensi tu per aver acquistato l’imperio greco e tanto ampliato il tuo dominio di restar in pace, e che più che prima non ti bisogni proveder a la stabilità del tuo dominio? Molti de’ tuoi sudditi adesso ti ubidiscono e ti onorano, i quali, se una guerra gagliarda a dosso ti venisse, piglieriano l’arme contra te. Tu deveresti pur sapere che tutta la cristianità altro non pensa che offenderti. Ed ora intendo io che il lor papa altro non fa che mandar i suoi prelati qua e là per unire tutti i prencipi de la cristianità a rovina tua. Ma se i cristiani s’unissero, che Dio nol voglia, che faremmo noi? Se tu perseveri in questa tua vita feminile, se tu di modo ti snervi, che a poco a poco il tuo valore si perda, la virilità si debiliti e i soldati tuoi più non s’armino e le cose de la guerra vadano in oblio, che fora se col soffì di Persia tuo acerbissimo nemico e col soldano d’Egitto parimente tuo avversario i prencipi cristiani d’Europa s’unissero? Aborre l’animo mio a pensar a questo, e prego Dio che non doni questa mente a’ cristiani, chè certamente l’imperio tuo se n’anderebbe in fumo. Omai, signor mio, destati, chè troppo hai dormito, mostrati esser uomo e non femina, segui le vestigie dei tuoi antecessori, e attendi a governar il tuo imperio e fa che i tuoi soldati tutto il dì siano con l’arme in mano. E se pur questa greca cotanto ti piace che tu difficilmente la possi lasciare, chi ti divieta che teco ne le spedizioni non la meni? Perchè non puoi goder la sua beltà ed insiememente attender a la milizia? Molto più dilettevoli ti saranno i piaceri, se, dopo l’aver combattuto e debellato una città, ne le braccia di quella ti metterai, che non è ora a starle mai sempre a canto. Prova a separarti per qualche giorno da lei, e troverai per effetto esser vero quello che io ti dico, perchè conoscerai chiaramente la differenza che è tra i piaceri continovati