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ne lamentò due e tre volte a la marchesa ed al signor Costantino. Ma, non essendo udito, fortemente se ne sdegnò. Egli era molto più ricco e potente che non era colui con il quale piativa, perciò che, come ho detto, e in Astesana ed altrove aveva molti bei luoghi. Onde si deliberò da se stesso farsi ragione, non considerando che per il feudo che aveva in Monferrato, era soggetto e vassallo del marchese e che d’ogni insulto che facesse sarebbe da la giustizia punito. Io credo che considerasse solamente a l’età del marchese che ancor era fanciullo, e non guardasse che ’l signor Costantino, che era governator nuovo, cercava di farsi ubidire e d’esser temuto per acquistarsi autorità. Congregata adunque moltitudine di gente dagli altri suoi luoghi, andò a l’improviso al castello del suo avversario, e quivi fatta ripresaglia, furono dai suoi molte cose rubate ed alcuni uomini morti. Come la cosa a Casale s’intese, fu al signor Scarampo a nome del marchese vietato che più innanzi non andasse, e che facesse restituire tutto ciò che stato era preso e che personalmente innanzi al conseglio marchionale comparisse. Egli, sprezzato il comandamento del suo signore, non solamente non restituì ciò che i suoi avevano rubato, ma di nuovo con armata mano ritornato al luogo del suo contrario, fece peggio che prima, e non si curò di comparire. Il che sentendo il signor Costantino, e parendogli che il tutto fosse a vergogna del signor marchese e danno de la giurisdizione marchionale, e che di lui si teneva poco conto, di nuovo fece far un altro comandamento, che sotto pena de la privazione del feudo e di perderne la testa, egli fra termine di cinque giorni devesse personalmente presentarsi in Casale. Il signor Scarampo lasciatosi a la còlera e a lo sdegno governare, sprezzato questo altro commandamento, cominciò a far assai peggio che fatto non aveva, e sperando potersi ritrar a le castella che di qua aveva, andò e la villa del suo contrario abbrusciò e il tutto mise a sacco e a rovina. Il signor Costantino, che quasi questo disordine preveduto aveva, s’era di gente provisto, e subito se ne venne e pose l’assedio intorno al castello del signor Scarampo, prima che egli partire, come deliberato aveva, se ne potesse. La signora Camilla sua moglie, sentendo questa mala nuova, fece ogni sforzo per metter vettovaglia nel castello ove era il marito. Ma per la solenne ed assidua guardia che i nemici facevano, non puotè mai fare che i suoi penetrassero al marito. Onde, sapendo che egli non aveva bisogno se non di pane, si ritrovò molto di mala voglia, e dubitando di ciò che avvenne espedì per le poste un suo a Lodovico duca d’Orliens in Francia, supplicandolo che con più

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