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fretta che fosse possibile provedesse a la salute del signor Scarampo. Il duca, che aveva molto caro esso signor Scarampo, subito mandò con sue lettere un cameriero a la marchesa di Monferrato, e le domandò di grazia che non lasciasse proceder più innanzi il signor Costantino contra il signor Scarampo, e che farebbe che egli saria ubidiente e sodisfaria a tutti i danni del suo avversario. La marchesa, avuto il messo del duca d’Orliens, lo mandò con sue lettere al signor Costantino; il quale in quel tempo era a pattuire col signor Scarampo, che non avendo più da vivere nel castello ed avendo mangiato i cavalli e quanto ci era, si rendeva a discrezione. Presentò il cameriero le lettere. Ma il signor Costantino, non so da qual spirito mosso, come ebbe lette le lettere, fece nel castello istesso tagliar la testa al signor Scarampo. Il che fu poi cagione de la sua rovina, perciò che non passarono tre anni che Lodovico duca d’Orliens fu fatto re di Francia, e prese il ducato di Milano, ed il signor Costantino fu astretto fuggir di Monferrato, perciò che il re aveva giurato di farlo morire se gli capitava a le mani. Ma torniamo a la signora Camilla, la quale, intendendo questa acerbissima nuova del marito, che ella amava a par de la vita sua, subito udito il messo s’inginocchiò, e pregando Dio che le perdonasse i suoi peccati, lo supplicò che le desse la morte. Mirabilissima cosa certo fu a veder quella bellissima donna, pregando Iddio restar a la presenza dei suoi morta, chè come ebbe detto: «Signor Dio, poi che il mio consorte è morto, non mi lasciar più in vita», se le serrò di modo il core, che, senza far più motto alcuno, cascò in terra. I suoi uomini e donne, credendo che fosse stramortita, se le misero a torno per rivocarle con varii argomenti gli spiriti vitali; ma poi ch’apparve morta a manifesti segni, fu con general pianto e dolor di tutti seppellita.


Il Bandello al signor Mario Equicola d’Olveto
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