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voi, bella giovane, che ricercate voi? Diteci i casi vostri animosamente, chè noi di grado vi ascoltaremo. Madonna Gismonda, tutta nel viso divenuta rossa e più del consueto vaga apparendo per il nativo colore del minio che per le guance se l’era sparso, poi che un poco con gli occhi chini a terra stette, quelli donnescamente alzando e preso un poco di ardire, disse: – Se io, serenissimo prencipe, a la presenza di persone che mai amato non avessero o non sapessero che cosa fosse amore, devessi ragionare, mi ritrovarei vie più che dubiosa di ciò che io avessi a dire, e forse che per avventura non ardirei d’aprir la bocca. Ma avendo altre volte a mio padre, di buona memoria, udito narrare che voi, serenissimo prencipe, ne la vostra giovinezza non ischifaste aprir il petto a le fiamme amorose, anzi fuste ferventissimo amatore, e tenendo per fermo che qui non sia persona che poco o assai non abbia amato, mi persuado di quanto ora per me si parlerà appo tutti trovar pietà non che perdono. Onde al fatto venendo, non permetta già Iddio che, volendo io parer una santocchia e donna di quelle che tutto il dì mangiano paternostri parlando coi santi, e partoriscano diavoli, resti ingrata, sapendo esser l’ingratitudine un vento che adugge ed asciuga la fontana de la divina pietà. Mi è cara la vita, come a tutti naturalmente suol essere; appresso poi metto l’onore, che forse le deverebbe esser anteposto, perchè non è dubio alcuno che senza l’onore veramente non giova vivere, e quella vita è una viva morte, ove l’uomo o la donna con vituperosa macchia in fronte viveno. Ma l’amore che io porto al mio da me unicamente amato messer Aloise Foscaro, che là vedete, mi è sovra ogni cosa caro, e conseguentemente molto più de la mia vita stimo lui. E questo nel vero con grandissima ragione, perciò che quando mai per adietro io amata da lui stata non fossi, che pur amata m’ha quanto si puote, ed io lui per caro tenuto non avessi, che l’ho avuto carissimo ed amatolo a par anzi vie più degli occhi miei, l’amorevole ed affettuosissima dimostrazione che egli in questo ultimo ha usato meco, mostrandosi liberale anzi pur prodigo de la vita propria perchè io non restassi con una minima sospezione d’impudica, fa che io incomparabilmente debbia mai sempre aver lui più caro che la vita e l’anima istessa. Ed ove si truova che mai più fosse tal liberalità così liberamente da amante nessuno usata? Chi fu che già mai di propria volontà per non infamar altrui eleggesse morire? Certo, che io mi creda, nessuno o pochi, chè di cotal sorte rari si truovano, e più rari che i corbi bianchi. O singolar e non mai udita liberalità! O dimostrazione a pieno

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