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un poco seguendola, le rispose dicendo: – Ove vuoi tu che io venga? – Ella alora soggiunse: – Siete voi smemorato che non sappiate più venir ne l’orto nostro per la viottola di dietro, e sotto il pergolato attendermi fin che io verrò per voi? – E così senza altro dire se n’andò di lungo. Messer Gregorio il dottore, uscendo del suo studio, venne in porta a prendere un poco d’aria, e vide Giacomo con la Pasqua ragionar di segreto. Egli assai ben conosceva chi ella fosse e con chi stesse, come colui che già era stato innamorato di madonna Lucrezia, ben che indarno. Domandò adunque a Giacomo ciò che egli avesse a far con quella donna. Il giovine senza altrimenti pensar più innanzi disse al fratello puntalmente tutto quello che con la fante ragionato aveva. Il buon dottore pensò che madonna Lucrezia avesse preso Giacomo in fallo, e che di Bernardino veramente fosse innamorata, non sapendo ad altro sentimento voltar le parole da la Pasqua dette. Per questo non volle restar di provar sua ventura e veder se gli potesse venir fatto di trovarsi con qualche inganno a lato una notte a la donna. Disse adunque a Giacomo: – Io mi fo certamente a credere che questa gentildonna sia di te fieramente accesa. Ella, come tu vedi, è bella ed onorata persona, e tu dei far ogni cosa per sapertela mantenere, e non ti fidar dei servidori, i quali il più delle volte sono molto facili a manifestar gli amori dei lor padroni, di che bene spesso ne nascono di grandissimi scandali. Fa a mio modo, non v’andar senza me, perchè io volentieri, per ogni cosa che potesse accadere, sempre verrò teco. – Il giovine promise di far secondo il suo conseglio. Venuta adunque la notte, presa una scaletta, tutti dui se n’andarono a l’orto, ed entrati dentro s’appiattarono chetamente sotto il pergolato. Era il costume de la donna innamorata tener acceso un lume in camera, fin che il suo amante seco in letto si corcava, perciò che la notte ch’ella lo attendeva, tutta si poliva per parergli al lume più del solito bella. Come poi era corcata, la Pasqua il lume spegneva e dentro menava Ferrante, avendo così in commessione da la padrona, la quale da Ferrante, non so perchè, non voleva in letto esser veduta. Ora venuto il tempo convenevole, andò la fante a basso, ed entrata ne l’orto, perchè la notte era oscura e molto più buio sotto il pergolato, non passò più innanzi, ma con sommessa voce disse: – Ove sète voi? – A questa voce Giacomo si fece innanzi e rispose: – Eccomi. – Alora ella gli domandò ove era il compagno. – Quivi sono, – soggionse messer Gregorio; – andate pur là ch’io vengo dietro. – Preso la fante per mano Giacomo invece di Bernardino,

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