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donna amante, e gli consegliò che per quel poco tempo che Giacomo deveva restar in Vicenza s’accordassero, e vicendevolmente la donna godessero. Ed ancor che a Bernardino dispiacesse, pur sapendo che Giacomo già l’aveva goduta, vi s’accordò. Le donne levate la matina si guardavano con mal occhio, di modo che la Pasqua, spaventata da una brutta guardatura de la padrona, le disse: – Madonna, io non ci ho colpa, perchè gli avvertii molto bene de la mutazione dei letti, e glielo replicai più volte, nè so come questo fatto sia ito. Io per me ne sono tanto dolente che non potria esser più, e solamente di voi mi duole. – Cotesto crederò ben io, gaglioffa che tu sei, – rispose madonna Lucrezia, – che di te nulla ti caglia, che tanto trista ti faccia Iddio, quanto io bramo d’esser contenta. Tu non hai perduto nulla in questo fatto, che non so che mi tenga che non ti cacci gli occhi del capo. Tu hai voluto goder Bernardino, brutta femina che tu sei. Ma io te ne pagherò a doppia derrata, e ti farò quei basci di quella dolcissima bocca parer più amari che assenzio e fele. – Piangeva la poverella de la fante e teneva pur detto che la colpa non era sua, e che gli aveva avvertiti. La donna non accettava scusazione alcuna, e le diceva che ella si deveva pur avvedere che colui che seco giaceva non era Ferrante. – Io me ne avvidi pur troppo, – soggiunse la Pasqua; – ma che volevate voi che io in quel punto facessi? Io dubitava troppo che quella strega de la Menica non s’accorgesse che meco fosse un uomo, e che le nostre trame si discoprissero, che sarebbe stato troppo gran fallo, ed una macchia tanto grande che tutta l’acqua del Bacchiglione non saria bastante a lavarla. Cara madonna, io tremava di paura che quella traditora vecchia non si svegliasse, e sentisse il ruzzar di Bernardino, il quale, come mi fu appresso, credendosi che io fossi voi, m’abbracciò stretta stretta e mi diede i più soavi ed amorosi basci con quella bocca inzuccherata, che pareva che di dolcezza tutto si struggesse, il che Ferrante non era solito di far già mai. – Queste parole, scioccamente da la Pasqua dette, accrescevano meravigliosamente la doglia e lo sdegno de la madonna, e se non fosse stato che la Pasqua era consapevole di tutte le trame de la padrona, ella furiosamente l’averebbe a brano a brano smembrata. Ma la Pasqua che vide l’ira de la donna, umilmente le disse: – Madonna, che averete voi fatto quando a torto mi averete date tante busse quante vi piacerà darmi? Io ho pur fatte tante fatiche per voi, che questo picciolo errore mi deverebbe esser perdonato. – Poco errore ti par questo? – rispose madonna. – Basta, basta, noi un dì

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